lunedì 1 marzo 2021

La nascita dell’industria culturale

Termini del problema

Con l’espressione industria culturale indichiamo il complesso di soggetti e delle attività economiche che si occupano della produzione e della distribuzione di beni e servizi culturali.

  • Quando parliamo di “industria” abbiamo in mente il complesso delle attività produttive che trasformano le materie prime in merci di consumo.
  • Quanto al termine “cultura”, è il complesso delle esperienze intellettuali di una civiltà, depositato nelle opere letterarie, musicali, artistiche, nelle teorie scientifiche e filosofiche.

La produzione industriale è seriale e standardizzata, mentre tendiamo a rappresentarci le creazioni della cultura come uniche e originali, legate all’individualità dei loro autori.


 

Prodromi: dai manoscritti medievali alle gazzette del Settecento

Il lavoro di trascrizione eseguito dai monaci benedettini ha permesso di conservare e tramandare molte opere letterarie dell’antichità. Tuttavia, con l’invenzione della stampa si apre una nuova era: la stampa a caratteri mobili di Johannes Gutenberg (1395–1468).

I libri cominciano a essere scritti e riprodotti non solo al fine di consegnare ai posteri il sapere della tradizione, ma anche per diffondere idee e conoscenze legate ai bisogni del tempo presente. I libri nascono agli inizi del Settecento, con gli “antenati” dei moderni giornali, prodotti inizialmente di nicchia, rivolti a una élite ricca e colta.

 


 

La fotografia: un nuovo “occhio” sul mondo

Già negli anni Venti dell’Ottocento, la fotografia nasce come strumento di raffigurazione di paesaggi. Con il tempo, però, essa finisce per ritrarre anche soggetti umani. 

L’immagine fotografica diventa così il simbolo del mantenimento dei legami affettivi che uniscono le persone. È però un’immagine pubblica, di rappresentazione sociale. Le immagini diverranno a pieno titolo dei documenti.



La musica: come “catturarla”

Nella sua opera “Il mondo come volontà e rappresentazione” (1819) il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer (1788–1860) dedicò particolare attenzione alla musica, che riteneva capace di rivelare “l’essenza intima del mondo”. Anche nel momento in cui non si legge o non si guarda, un brano musicale “esiste” veramente solo durante la sua esecuzione. Questo tratto della musica generò forse il desiderio di riprodurla.

Da un punto di vista tecnico, questo divenne possibile alla fine dell’Ottocento con l’invenzione del fonografo brevettato da Thomas Edison nel 1878, ma soprattutto grazie al grammofono di Emile Berliner nel 1888.

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