lunedì 21 settembre 2020

Le istituzioni

Ovvietà del quotidiano

La vita che quotidianamente viviamo si snoda attraverso una molteplicità di regole e modelli tra loro coordinati, che ne guidano lo svolgimento fin nei minimi dettagli e di cui prendiamo coscienza solo quando tentiamo di considerarli.

I sociologi chiamano istituzioni questi “modelli regolatori” generali che guidano il comportamento degli individui e gli conferiscono un significato possibile.

 

Il concetto di “istituzione”

Unendo i significati del termine istituzione – un insieme di norme sociali tra loro coordinate capace di regolare un certo ambito di vita e di azione, istituendo ruoli e modelli di comportamento – si ottiene il significato sociologico del termine stesso: un insieme di norme tra loro coordinate, radicate nell’esperienza quotidiana degli individui e da queste percepite come capaci di regolare un certo ambito di vita e di azione in un determinato contesto storico e geografico.

Per il sociologo sono istituzioni il matrimonio, la famiglia, la religione, lo sport, il sistema scolastico, il sistema giudiziario, ma anche entità più “impalpabili” come il linguaggio o la scienza. E anche quando ci sembra che un’istituzione si identifichi con qualcosa di visibile e concreto, dobbiamo ricordare che si tratta in realtà di un’entità simbolica, nel senso che non si identifica con le risorse materiali e umane di cui pure necessita per concretizzarsi.

 

Istituzioni come insieme di norme sociali

Ogni istituzione definisce un insieme di norme sociali, cioè di regole che prescrivono come le persone devono comportarsi in determinate situazioni della vita sociale.

Secondo la classificazione del sociologo statunitense William Graham Sumner (1840 – 1910) le norme sociali possono essere classificate in tre tipi principali. Ogni istituzione presuppone il riferimento a ciascuno di questi tre tipi di norme:

 

 

-       Stataways (norme giuridiche)

Cioè norme emanate dallo stato il cui rispetto è obbligatorio per tutti i membri della società

-       Mores (lat.: costumi)

Cioè norme perlopiù tramandate oralmente, ma in cui la società riconosce un forte spessore in termini di valore e legittimità

-       Folkways (usi)

Cioè usanze e consuetudini praticate all’interno di una società anch’esse tramandate per via orale ma prive di quel riferimento alla moralità che caratterizza i Mores.

 

Le istituzioni come strumenti di controllo sociale

L’istituzione esercita un’opera di controllo sociale.

Gli strumenti di questo controllo possono essere esteriori o interiori:

  • sanzioni esplicitamente inflitte alle condotte non conformi 
  • meccanismi con cui si cerca di promuovere nelle persone l’interiorizzazione delle norme, ovvero il riconoscimento della loro bontà ed efficacia e la conseguente scelta autonoma di farle proprie. 

L’intensità e il controllo sociale possono variare da istituzione a istituzione: è massima nelle cosiddette istituzionitotali – si fanno integralmente carico della vita degli individui, appropriandosi in modo totale del loro tempo e delle loro attività – così chiamate perché dal sociologo canadese Erving Goffman (1922 – 1982). Sotto questa denominazione egli comprende quei sistemi di norme che fanno capo a strutture sociali anche molto diverse tra loro nelle quali persone tagliate fuori dalla società per un considerevole periodo di tempo si trovano a condividere una situazione comune.

Il risultato di questo “fagocitamento” è spesso un’identità impoverita e degradata, una vita sociale da cui l’internato cerca di difendersi escogitando tecniche di sopravvivenza e cercando disperatamente di ritagliarsi piccoli spazi personali. 

 

Le istituzioni come reti di status

All’interno di un’istituzione le persone occupano posizioni diverse e svolgono compiti differenti. 

I sociologi chiamano status – posizione che un individuo occupa all’interno di un’istituzione o di un gruppo sociale- ciascuna di queste posizioni ricoperte da un individuo all’interno di un’istituzione, e ruolo il complesso delle azioni che ci si aspetta da un individuo in virtù dello status che occupa. Poiché nella società le istituzioni sono molte e, in relazione alla pluralità degli ambiti di vita, l’individuo è in rapporto con ciascuna di esse, ne consegue che ogni persona 




assume su di sé una pluralità di status.
Alcuni vendono chiamati status ascritti:

sono quelli legati a condizioni indipendenti dalla volontà e dall’impegno dell’individuo.

Altri vengono chiamati status acquisiti:

sono quelli che si raggiungono studiando e maturando una specifica professionalità.

Spesso lo status è correlativo nel senso che si definisce in rapporto a un’altra posizione sociale a esso complementare. Anche i ruoli che ne discendono sono complementari.

La pluralità di ruoli che una persona si trova a interpretare può spesso esporla a situazioni di conflittualità

Si parla di conflitto inter-ruolo cioè di conflitto tra due o più ruoli diversi spettanti alla stessa persona. 

Può capitare anche che una persona sia in difficoltà nell’interpretazione di un singolo ruolo, sia per l’ambiguità connessa al ruolo stesso, sia per il contrasto tra la sua sensibilità o personalità e gli obblighi istituzionali.

In questo caso si parla di conflitto intra-ruolo, cioè interno al ruolo stesso.

 

La storicità delle istituzioni

Le norme che le istituzioni impongono alla condotta degli individui, seppur rigide, sono tuttavia soggette a mutamento storico. Il mutamento delle istituzioni può prodursi in forme differenti.

-       Con il crescere della complessità sociale si verifica un aumento delle istituzioni esistenti ed una crescente “specializzazione” di ognuna di esse. Oggi queste funzioni non appartengono più all’istituzione famigliare con funzione procreativa ed educativa.

-       Potrebbe accadere anche il fenomeno opposto: il mutamento sociale può investire un’istituzione di compiti che non aveva in precedenza moltiplicando le funzioni.


Robert Merton (1910-2003) 
introdusse le funzioni manifeste e funzioni latenti di un’istituzione. È possibile che le finalità sociali di un’istituzione non si sovrappongano agli scopi dichiarati dalla sua esistenza.

Le trasformazioni di un’istituzione invest

ono soprattutto i suoi aspetti latenti e meno quelli manifesti: sotto un medesimo guscio esteriore l’istituzione può adempiere a nuovi ed insospettati compiti o viceversa nel senso che un contesto sociale mutato svuota di significato le funzioni latenti che l’istituzione in precedenza svolgeva. 

 

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Fissare i concetti:

-       Che cos’è un’istituzione e quali caratteristiche presenta?

o   Un’istituzione è un insieme di norme tra loro coordinate, radicate nell’esperienza quotidiana degli individui e da queste percepite come capaci di regolare un certo ambito di vita e di azione in un determinato contesto storico e geografico.

 

-       Che cosa sono le norme sociali e come le ha classificate Sumner?

o   Norme sociali sono regole che prescrivono come le persone devono comportarsi in determinate situazioni della vita sociale.

Secondo la classificazione del sociologo statunitense William Graham Sumner (1840 – 1910) le norme sociali possono essere classificate in tre tipi principali. Ogni istituzione presuppone il riferimento a ciascuno di questi tre tipi di norme:

Stataways (norme giuridiche)

Cioè norme emanate dallo stato il cui rispetto è obbligatorio per tutti i membri della società

Mores (lat.: costumi)

Cioè norme perlopiù tramandate oralmente, ma in cui la società riconosce un forte spessore in termini di valore e legittimità

Folkways (usi)

Cioè usanze e consuetudini praticate all’interno di una società anch’esse tramandate per via orale ma prive di quel riferimento alla moralità che caratterizza i Mores.

 

-       Che cosa si intende per “controllo sociale”?

o   Il controllo sociale è un’opera esercitata dalle istituzione.

Gli strumenti di questo controllo possono essere esteriori o interiori:

-    sanzioni esplicitamente inflitte alle condotte non conformi

-    meccanismi con cui si cerca di promuovere nelle persone l’interiorizzazione delle norme, ovvero il riconoscimento della loro bontà ed efficacia e la conseguente scelta autonoma di farle proprie. 

 

-       Perché un individuo ha di norma più status e più ruoli?

o   All’interno di un’istituzione le persone occupano posizioni diverse e svolgono compiti differenti.

I sociologi chiamano status – posizione che un individuo occupa all’interno di un’istituzione o di un gruppo sociale- ciascuna di queste posizioni ricoperte da un individuo all’interno di un’istituzione, e ruolo il complesso delle azioni che ci si aspetta da un individuo in virtù dello status che occupa. Poiché nella società le istituzioni sono molte e, in relazione alla pluralità degli ambiti di vita, l’individuo è in rapporto con ciascuna di esse, ne consegue che ogni persona assume su di sé una pluralità di status.

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