sabato 24 ottobre 2020

Merton

Le disfunzioni della burocrazia

 

L’impiegato subisce una costante pressione da parte delle strutture burocratiche, il che lo rende metodico, prudente, disciplinato. La disciplina è un elemento fondamentale della burocrazia. 

La letteratura attuale esprime e colloca il nostro periodo nel post-industriale, ciò implica degli interessi rispetto all’accelerazione e alla secolarizzazione prodotte. Ciò che attira l’attenzione di molti ricercatori è lo squilibrio e le trasformazioni causate dal mutamento.

Tale mutamento influenza non solo le organizzazioni sociali ed economiche ma, anche i valori che sottendono i rapporti tra gli uomini. Questo progresso del mutamento ha dato origine a degli ibridi rispetto al passaggio dalla comunità alla società e ciò che coglie l’attenzione dei ricercatori è il progresso della razionalizzazione rispetto a valori comunitari che, per taluni (Allum) assumono caratteri di resistenze e per altri (Gribaudi) caratteri di adattamento.

Un’analisi del processo può essere effettuata considerando le interazioni prodotte in un campo dove, secondo Bourdieu, ognuno agisce con una certa dose di capitale (economico, culturale e sociale) ed una disposizione soggettiva. L’osservazione di un fenomeno avviene da un determinato punto e la ricerca dell’oggettivazione produce la riduzione a categorie principali che fanno perdere di vista le interazioni e le evoluzioni in funzione di categorie secondarie. "Ciò significa che una classe o una frazione di classe si definisce non solo attraverso la posizione nei rapporti di produzione che può venir individuata mediante indicatori quali la professione, il reddito o anche il livello d’istruzione, ma anche attraverso una determinata proporzione tra i sessi, una determinata distribuzione nello spazio geografico, (che, dal punto di vista sociale, non é mai neutro) e mediamente tutto un insieme di caratteristiche ausiliarie che possono fungere, come esigenze sottintese, da principi effettivi di esclusione o di selezione, senza venir mai formalmente enunciati (é il caso, per esempio, della appartenenza etnica o sessuale); molti criteri ufficiali funzionano in effetti da copertura a criteri nascosti, dato che il fatto di esigere un determinato titolo di studio può essere ad esempio un modo per esigere di fatto una determinata provenienza sociale. 

La disfunzione è, quindi, un processo che racchiude in sé elementi di analisi da verificare secondo un processo ipotetico di evoluzione ed un prodotto oggettivamente osservabile. Già pensare in termini di disfunzione significa considerare l’organizzazione sociale come un tutt’uno, nella quale le

"anomalie" sono percepite come una deviazione dalla norma attesa. Secondo 

me la disfunzione è insita nel sistema burocratico stesso perché, contro la razionalizzazione, qualsiasi burocrate, a qualsiasi livello, conserva gradi di libertà per la gestione dell’ufficio di cui non è più proprietario (reminiscenze da Comunità). L’osservazione della disfunzione è percepibile nei servizi pubblici, i quali hanno assunto il ruolo di istituzioni al fianco di quelle tradizionalmente riconosciute: chiesa, stato e famiglia. Gli uffici pubblici, pur essendo organizzati per un servizio razionale rispetto ad uno scopo, presentano non pochi comportamenti mutuati dalla tradizione, quando l’ufficio era una proprietà del detentore. Ovviamente, poiché si è perso il carattere di proprietà, visto che ora all’ufficio si accede per concorsi "oggettivi", c’è da ipotizzare che la legittimazione di alcune caratteristiche tradizionali avviene per motivi che coinvolgono, nell’interazione utente-impiegato, il senso cognitivo e di valori di entrambi. Dopo la Rivoluzione Francese e quella Industriale si è avuta una trasformazione sulla quale s’impegna la maggior parte della letteratura attuale: il passaggio dal riconoscimento dell’autorità, proprio delle società prescrittive, all’acquisizione del potere, proprio delle società elettive. Un potere (economico, culturale, sociale) che poggia sull’esigenze di prestigio e di appartenenza ad una élite, e trova la sua matrice culturale nella mobilità sociale dovuta alla divisione del lavoro, alla stratificazione sociale e soprattutto alla valutazione dell’uomo sulla base delle sue capacità economiche e del possesso dei mezzi di controllo e di accesso ad essi. Una massima di Tocqueville sosteneva: “Le masse abbattono un re, ma poi s’inchinano ad un impiegato”. La forza del potere è nella possibilità dell’arbitrio, secondo me, perché permette alle élites dominanti di poter cambiare le regole del gioco promuovendo un consenso, una legittimazione dovuta alle influenze culturali che riesce ad esercitare, riprendendo l’assunto di Marx: “Le idee della classe dominante sono, in ogni epoca, le idee dominanti”.

Una delle forme più plastiche di espressione del potere è il processo di burocratizzazione di cui gli uffici pubblici sono l’espressione e che si esprime e si diffonde in ogni campo: arte, scuole, università, ospedali. Infatti, Weber sostiene che la burocrazia, una volta che sia pienamente realizzata, costituisce una delle formazioni sociali più difficilmente abbattibili. La burocratizzazione è il mezzo specifico per trasformare un "agire di comunità" in un "agire sociale" ordinato razionalmente. Come strumento dell’"associazione" delle relazioni di potere, essa fu ed è perciò un mezzo di potenza di primissimo ordine per chi dispone dell’apparato burocratico.

L’"agire sociale" ordinato e diretto sistematicamente è superiore ad ogni "agire di massa". Il funzionario di professione – in antitesi ai "notabili" che amministrano in posizione di professione secondaria o onoraria – è incatenato alla sua attività con la sua intera esistenza materiale e ideale. D’altra parte, i dominati non possono fare a meno, né sostituire, l’apparato burocratico di potere già esistente, dato che esso si fonda su una sintesi sistematica di preparazione specialistica, di divisione specializzata del lavoro e di disposizione stabile a funzioni individuali abituali e padroneggiate con virtuosismo. Se l’apparato interrompe il suo lavoro, o se questo viene impedito con la forza, ne deriva un caos che molto difficilmente può essere sottoposto ad un controllo da parte dei dominati. Un sistema di funzionari ordinato razionalmente continua, quando il nemico occupa il territorio, a funzionare in modo inappuntabile nelle sue mani con il semplice mutamento degli organi supremi, dato che è interesse di tutti i partecipanti- compreso anzitutto lo stesso nemico- che ciò avvenga.

Il processo di burocratizzazione permette a chi giunge ai posti di potere di far entrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta e cioè la possibilità… di poter elargire doni e favori. Putnam sostiene che, storicamente, le burocrazie amministrative hanno un ricambio più lento di quello che può avvenire nelle élites politiche e ciò produce un ristagno nelle innovazioni, una resistenza passiva ad esse ed una capacità insita di contrattazione capace di bloccare un sistema.


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