domenica 27 settembre 2020

Organizzazioni sociali

Le strutture

L’istituzione è una realtà simbolica per quanto tenda ad oggettivarsi in realtà concrete e visibili. 

Il caso più semplice è quello in cui un’istituzione si identifica in una singola persona, come ad esempio lo sciamano.

Contrariamente si trova un contenuto più normativo oggettivata in strutture di ampie dimensioni di status e ruoli, come l’istituzione scolastica.

Queste strutture sono denominate, insiemi di persone che perseguono determinati obiettivi sociali utilizzando appositi metodi e strumenti e dividendosi in modo stabilito attività e competenze. 

 

Reti formali

Le organizzazioni sono realtà tipiche della civiltà industriale.

Nella società rurale la soddisfazione dei bisogni era di iniziativa personale, per quanto supportata dall’aiuto reciproco di reti informali di solidarietà. 

Le caratteristiche delle organizzazioni

Le organizzazioni più differenti condividono dei tratti comuni:

  • Acquisizione delle risorse, umane e materiali, dall’ambiente ed erogazione di servizi.
  • Selezione e formazione dei membri
  • Incentivazione ad un contributo da parte dei componenti
  • Gestione dei rapporti con organizzazioni analoghe o antagoniste
  • Si fondano su una struttura di tipo burocratico
  •  

    La burocrazia

    Il termine definisce un preciso modello di struttura comune alle organizzazioni sia pubbliche che private. 

    Max Weber fu il primo a chiarire i tratti distintivi.

    Le caratteristiche della burocrazia nelle organizzazioni sono:

    • Il personale stipendiato dall’organizzazione, dalle cui prestazioni usufruiscono gli utenti e la cui remunerazione è in funzione dell’incarico coperto.
    • La giurisdizione e competenza su un ambito in particolare, cioè la divisione delle competenze, da cui deriva una stabile e rigida divisone dei compiti disciplinati da regole scritte, disciplinando la condotta del personale.
    • La struttura gerarchica strutturata in un organigramma. Le comunicazioni sono impersonali, fondata sull’ethos burocratico., ossia l’insieme delle norme che guidano l’insieme dell’organizzazione. Ciò esige il totale annullamento di ogni componente soggettiva.

     

    Merton: le disfunzioni della burocrazia



    Secondo Weber la burocratizzazione della vita sociale costituiva un processo inevitabile ed irreversibile. Diversi autori hanno sottolineato l’aspetto razionale ed efficiente della struttura burocratica nella produzione di conseguenze che si scontrano con le intensioni iniziali. Ciò condanna l’agire del burocrate all’improduttività.

    Robert King Merton (1910­–2003) analizza le conseguenze sociali dall’agire del burocratico. Formula la teoria della trasposizione delle mete in virtù della quale i mezzi che la burocrazia predispone per realizzare i propri scopi finiscono a sovrapporsi o sostituirsi agli scopi stessi. Un burocrate finirebbe quindi per intralciare il suo stesso lavoro e distoglierlo dagli scopi originari rendendo il suo lavoro una costrizione puramente formale

    Un’ulteriore disfunzione burocratica è data dal comportamento del burocrate che, vincolato al meticoloso rispetto delle norme e delle procedure, manca di flessibilità necessaria per adattarsi al mutamento sociale, il che lo rende incapace di fronteggiare le situazioni inattese o non previste dai regolamenti con esiti pessimi. Si definisce questo habitus mentale una personalità burocratica, comportamento che coinvolge anche l’utente, il quale assume un’ottica anonima e rigidamente regolamentata.

     

    mercoledì 23 settembre 2020

    Qualcuno volò sul nido del cuculo

     Film

    Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo's Nest) è un film del 1975 diretto da Miloš Forman.
    È tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey, pubblicato nel 1962 e tradotto in italiano nel 1976 da Rizzoli Editore. L'autore scrisse il libro in seguito alla propria esperienza da volontario all'interno del Veterans Administration Hospital di Palo Alto, in California.

    Titolo originale                       One Flew Over the Cuckoo's Nest
    Lingua originale                      inglese
    Paese di produzione              Stati Uniti d'America
    Anno                                       1975
    Durata                                     133 min
    Genere                                    drammatico


    Analisi e confronto con
    • Ognuno nel manicomio ha una personalità quasi stereotipica (l’iperattivo, l’attaccabrighe, l’altruista, l’eccentrico, ecc.)
    • Il protagonista cerca di estrarre i suoi compagni dal ruolo che ricoprono quasi in trance sotto l’effetto dei farmaci. In questo modo i malati mentali possono assumere una personalità diversa dalla maschera della malattia che portano.
    • Il protagonista riesce a convincere alcuni dei suoi compagni che le infermiere sopprimono le loro menti per controllarle, facendo dire e fare ai pazienti ciò che vogliono. Io la vedo come una specie di redenzione nella società patriarcale di quei tempi. Infatti, c’è totale disinteresse da parte degli infermieri maschili. Le infermiere costringono i pazienti a parlare di ciò di cui non vorrebbero parlare, finendo per sminuirli e sopprimerli fisicamente e psichicamente.
    • Il protagonista, rapendo o salvando, dipende dai punti di vista, i malati, li porta nel mondo esterno. Li spinge a conoscere e fare nuove esperienze, a scoprire sé stessi in assenza di medicine e in assenza di infermieri tirannici. Le nuove esperienze fanno crescere i malati e il protagonista stesso. I malati imparano a pescare, a svolgere un incarico, a lavorare in gruppo ed essere autonomi.
    • Il personaggio di origine indiana sordomuto in realtà ha finto sin dall’inizio di esserlo. Notando il pericolo del manicomio, ha finto di avere questa disabilità per sfuggire agli infermieri. Ha assunto un comportamento diverso, ha indossato una maschera. Ha applicato l’effetto drammaturgico delle scienze umane, comportandosi in modo differente in base alle situazioni.



      lunedì 21 settembre 2020

      Le istituzioni

      Ovvietà del quotidiano

      La vita che quotidianamente viviamo si snoda attraverso una molteplicità di regole e modelli tra loro coordinati, che ne guidano lo svolgimento fin nei minimi dettagli e di cui prendiamo coscienza solo quando tentiamo di considerarli.

      I sociologi chiamano istituzioni questi “modelli regolatori” generali che guidano il comportamento degli individui e gli conferiscono un significato possibile.

       

      Il concetto di “istituzione”

      Unendo i significati del termine istituzione – un insieme di norme sociali tra loro coordinate capace di regolare un certo ambito di vita e di azione, istituendo ruoli e modelli di comportamento – si ottiene il significato sociologico del termine stesso: un insieme di norme tra loro coordinate, radicate nell’esperienza quotidiana degli individui e da queste percepite come capaci di regolare un certo ambito di vita e di azione in un determinato contesto storico e geografico.

      Per il sociologo sono istituzioni il matrimonio, la famiglia, la religione, lo sport, il sistema scolastico, il sistema giudiziario, ma anche entità più “impalpabili” come il linguaggio o la scienza. E anche quando ci sembra che un’istituzione si identifichi con qualcosa di visibile e concreto, dobbiamo ricordare che si tratta in realtà di un’entità simbolica, nel senso che non si identifica con le risorse materiali e umane di cui pure necessita per concretizzarsi.

       

      Istituzioni come insieme di norme sociali

      Ogni istituzione definisce un insieme di norme sociali, cioè di regole che prescrivono come le persone devono comportarsi in determinate situazioni della vita sociale.

      Secondo la classificazione del sociologo statunitense William Graham Sumner (1840 – 1910) le norme sociali possono essere classificate in tre tipi principali. Ogni istituzione presuppone il riferimento a ciascuno di questi tre tipi di norme:

       

       

      -       Stataways (norme giuridiche)

      Cioè norme emanate dallo stato il cui rispetto è obbligatorio per tutti i membri della società

      -       Mores (lat.: costumi)

      Cioè norme perlopiù tramandate oralmente, ma in cui la società riconosce un forte spessore in termini di valore e legittimità

      -       Folkways (usi)

      Cioè usanze e consuetudini praticate all’interno di una società anch’esse tramandate per via orale ma prive di quel riferimento alla moralità che caratterizza i Mores.

       

      Le istituzioni come strumenti di controllo sociale

      L’istituzione esercita un’opera di controllo sociale.

      Gli strumenti di questo controllo possono essere esteriori o interiori:

      • sanzioni esplicitamente inflitte alle condotte non conformi 
      • meccanismi con cui si cerca di promuovere nelle persone l’interiorizzazione delle norme, ovvero il riconoscimento della loro bontà ed efficacia e la conseguente scelta autonoma di farle proprie. 

      L’intensità e il controllo sociale possono variare da istituzione a istituzione: è massima nelle cosiddette istituzionitotali – si fanno integralmente carico della vita degli individui, appropriandosi in modo totale del loro tempo e delle loro attività – così chiamate perché dal sociologo canadese Erving Goffman (1922 – 1982). Sotto questa denominazione egli comprende quei sistemi di norme che fanno capo a strutture sociali anche molto diverse tra loro nelle quali persone tagliate fuori dalla società per un considerevole periodo di tempo si trovano a condividere una situazione comune.

      Il risultato di questo “fagocitamento” è spesso un’identità impoverita e degradata, una vita sociale da cui l’internato cerca di difendersi escogitando tecniche di sopravvivenza e cercando disperatamente di ritagliarsi piccoli spazi personali. 

       

      Le istituzioni come reti di status

      All’interno di un’istituzione le persone occupano posizioni diverse e svolgono compiti differenti. 

      I sociologi chiamano status – posizione che un individuo occupa all’interno di un’istituzione o di un gruppo sociale- ciascuna di queste posizioni ricoperte da un individuo all’interno di un’istituzione, e ruolo il complesso delle azioni che ci si aspetta da un individuo in virtù dello status che occupa. Poiché nella società le istituzioni sono molte e, in relazione alla pluralità degli ambiti di vita, l’individuo è in rapporto con ciascuna di esse, ne consegue che ogni persona 




      assume su di sé una pluralità di status.
      Alcuni vendono chiamati status ascritti:

      sono quelli legati a condizioni indipendenti dalla volontà e dall’impegno dell’individuo.

      Altri vengono chiamati status acquisiti:

      sono quelli che si raggiungono studiando e maturando una specifica professionalità.

      Spesso lo status è correlativo nel senso che si definisce in rapporto a un’altra posizione sociale a esso complementare. Anche i ruoli che ne discendono sono complementari.

      La pluralità di ruoli che una persona si trova a interpretare può spesso esporla a situazioni di conflittualità

      Si parla di conflitto inter-ruolo cioè di conflitto tra due o più ruoli diversi spettanti alla stessa persona. 

      Può capitare anche che una persona sia in difficoltà nell’interpretazione di un singolo ruolo, sia per l’ambiguità connessa al ruolo stesso, sia per il contrasto tra la sua sensibilità o personalità e gli obblighi istituzionali.

      In questo caso si parla di conflitto intra-ruolo, cioè interno al ruolo stesso.

       

      La storicità delle istituzioni

      Le norme che le istituzioni impongono alla condotta degli individui, seppur rigide, sono tuttavia soggette a mutamento storico. Il mutamento delle istituzioni può prodursi in forme differenti.

      -       Con il crescere della complessità sociale si verifica un aumento delle istituzioni esistenti ed una crescente “specializzazione” di ognuna di esse. Oggi queste funzioni non appartengono più all’istituzione famigliare con funzione procreativa ed educativa.

      -       Potrebbe accadere anche il fenomeno opposto: il mutamento sociale può investire un’istituzione di compiti che non aveva in precedenza moltiplicando le funzioni.


      Robert Merton (1910-2003) 
      introdusse le funzioni manifeste e funzioni latenti di un’istituzione. È possibile che le finalità sociali di un’istituzione non si sovrappongano agli scopi dichiarati dalla sua esistenza.

      Le trasformazioni di un’istituzione invest

      ono soprattutto i suoi aspetti latenti e meno quelli manifesti: sotto un medesimo guscio esteriore l’istituzione può adempiere a nuovi ed insospettati compiti o viceversa nel senso che un contesto sociale mutato svuota di significato le funzioni latenti che l’istituzione in precedenza svolgeva. 

       

      Pag. 344

      Fissare i concetti:

      -       Che cos’è un’istituzione e quali caratteristiche presenta?

      o   Un’istituzione è un insieme di norme tra loro coordinate, radicate nell’esperienza quotidiana degli individui e da queste percepite come capaci di regolare un certo ambito di vita e di azione in un determinato contesto storico e geografico.

       

      -       Che cosa sono le norme sociali e come le ha classificate Sumner?

      o   Norme sociali sono regole che prescrivono come le persone devono comportarsi in determinate situazioni della vita sociale.

      Secondo la classificazione del sociologo statunitense William Graham Sumner (1840 – 1910) le norme sociali possono essere classificate in tre tipi principali. Ogni istituzione presuppone il riferimento a ciascuno di questi tre tipi di norme:

      Stataways (norme giuridiche)

      Cioè norme emanate dallo stato il cui rispetto è obbligatorio per tutti i membri della società

      Mores (lat.: costumi)

      Cioè norme perlopiù tramandate oralmente, ma in cui la società riconosce un forte spessore in termini di valore e legittimità

      Folkways (usi)

      Cioè usanze e consuetudini praticate all’interno di una società anch’esse tramandate per via orale ma prive di quel riferimento alla moralità che caratterizza i Mores.

       

      -       Che cosa si intende per “controllo sociale”?

      o   Il controllo sociale è un’opera esercitata dalle istituzione.

      Gli strumenti di questo controllo possono essere esteriori o interiori:

      -    sanzioni esplicitamente inflitte alle condotte non conformi

      -    meccanismi con cui si cerca di promuovere nelle persone l’interiorizzazione delle norme, ovvero il riconoscimento della loro bontà ed efficacia e la conseguente scelta autonoma di farle proprie. 

       

      -       Perché un individuo ha di norma più status e più ruoli?

      o   All’interno di un’istituzione le persone occupano posizioni diverse e svolgono compiti differenti.

      I sociologi chiamano status – posizione che un individuo occupa all’interno di un’istituzione o di un gruppo sociale- ciascuna di queste posizioni ricoperte da un individuo all’interno di un’istituzione, e ruolo il complesso delle azioni che ci si aspetta da un individuo in virtù dello status che occupa. Poiché nella società le istituzioni sono molte e, in relazione alla pluralità degli ambiti di vita, l’individuo è in rapporto con ciascuna di esse, ne consegue che ogni persona assume su di sé una pluralità di status.

      I concetti chiave della ricerca

      Le teorie e le ipotesi Ci sono due tipi di teorie: una supposizione non basata sulle osservazioni è conosciuta come congettura, mentre se è ...